Sicilia sempre più “ultima frontiera”… La porta dell’Europa per molti si apre da qui. La speranza di trovare un mondo migliore passa attraverso un territorio bellissimo e variegato nella forma e nei colori. Trascurato, devastato forse, ma pur sempre unico. La speranza passa anche attraverso la cultura dell’accoglienza e del rispetto tipicamente sicula. In una Sicilia spesso tradita proprio dalla propria gente, tradita da chi ne doveva tutelare gli interessi, tradita da chi avrebbe dovuto alzare la voce per rivendicare i propri diritti, tradita da chi indiscriminatamente l’ha resa patria di mafia e malcostume, molti ancora nutrono speranze di rinascita. Ma in molti, forse, hanno dimenticato che vivono siciliani e figli di siciliani in ogni parte del mondo. Molti hanno dimenticato che anche noi siamo stati definiti “migranti” o “emigranti”… Molti hanno fatto fortuna forti delle loro qualità interiori, della loro forza di volontà. Moltissimi hanno fallito… Moltissimi si sono integrati in tessuti sociali lontani anni luce dalla nostra cultura. Moltissimi hanno storie simili a quelle di chi sta fuggendo dalla propria terra, dai propri affetti e dalle proprie radici. Moltissimi siciliani pur amando profondamente la propria terra non ne hanno più fatto ritorno. Sono vicini con il cuore… ma non possono sentire il calore del nostro sole, non possono vedere i colori meravigliosi della nostra variopinta Sicilia. In un epoca in cui il processo di globalizzazione è avviato da tempo lentamente o velocemente saremo quindi tutti “fratelli”? Dovremo avviarci verso questo unico Stato-Mondo? Dovremo difendere la nostra identità? E’ possibile immaginare la globalizzazione senza tener conto dei nazionalismi, della cultura e delle tradizioni delle “genti”? Presto o tardi faremo tutti parte di un unico grande Stato… islamico, buddista, cristiano o…? Difficile pensarlo e immaginarlo in questo momento storico, le nostre coscienze non sono ancora pronte ma per prepararci ad affrontare questo viaggio ognuno di noi potrebbe essere fulcro del proprio futuro…
Tutti noi potremmo trarre spunto dai versi del poeta Nino Di Marco, prematuramente scomparso nel 1999, che nel suo cuore di vero siciliano innamorato della propria terra, scrivendo “quasi in francavigghiotu comu u parru jù”, così definiva il suo personalissimo vernacolo, coltivava un sogno sempre attuale ma ancora tristemente disatteso….
MUSAICU
Sicilia, musaìcu di genti.
Quantu parrati diffirenti,
puri si i paisi non su’ distanti!
I genti,
quantu liniamenti diffirenti!
Di tuttu u munnu…
Ma allura chi ci fai
Ntra stu urnu?
Picchì ti nfossi ogni iornu ‘i cchiùi?
Picchì? Pi cui?
Picchì non si fa u ponti?
Non chiddu di Missina,
ma chiddu cu li genti.
Unni fineru i nostri sintimenti?
Rrisisti cà mintemu i cosi a-ppostu,
Sicilia mia, e-ttorni Paradisu.
Si po’, si po’^
Chiantamu albureddi e n’e bruciamu,
c’attràiunu l’acqua e ni fanu
di bbon pisu.
Si-nnui ca m’ascutati ci cridìti,
chiantati puru vui
e-vvi finisci a siti;
senza bbisognu d’a circari o funnu
avriti chidda ch’è sangu di lu munnu.
Munnizza strata strata
A ggenti cchiù non ietta
di l’automobili
o unni fa a scampagnata.
Attonna puliti su’ vadduni e-cciumi.
Ora i pisci ponu turnari
Ansinu a riba riba du tò mari.
Ma varda cchi si nsonna stu carusu!
Ca a ggenti torna ggenti n’àutra vota
e-cca a Sicilia torna Paradisu!
Traduzione
Mosaico
Sicilia, mosaico di genti. / Quanti vernacoli differenti, / anche se i paesi non sono distanti! / Le genti / quante fisionomie differenti! / Di ogni parte del mondo ce ne siamo. / Parecchi. // Di tutto il mondo… / Ma allora cosa ci fai / in questa pozza profonda? / Perché ti ci affossi ogni giorno di più? / Perché? Per colpa di chi? / Perché non si fa ponte? / Non quello di Messina, / ma quello con le genti. / Dov’è andato a finire il nostro senno? // Resisti, chè rimetteremo le cose a posto, / Sicilia mia, e tornerai Paradiso. / Si può, si può! // Piantiamo alberelli e non bruciamoli, / perché attraggono l’acqua e ne fanno / di buon peso. / Se voi che m’ascoltate mi credete, / piantate alberi pure voi / e vi finisce la sete; / senza bisogno di scavare pozzi / avrete l’acqua, il sangue della terra. // Spazzatura strada strada / la gente più non butta / dalle automobili / o dove fa scampagnata. / Nuovamente puliti sono ruscelli e fiumi. / Adesso i pesci possono accostare /alla riva del tuo mare. // Ma guarda tu cosa sogna questo ragazzo!. / Che la gente torni gente un’altra volta / e che la Sicilia torni Paradiso.